Catacombe SS. Marcellino e Pietro

CATACOMBE DEI SS. MARCELLINO E PIETRO
ZONA TORPIGNATTARA

Via Casilina, 641 - 00177 ROMA
tel. 06-24.19.446 (info e prenotazioni) - tel. 339-65.28.887 (info e prenotazioni)
e-mail: SANTIMARCELLINOEPIETRO@GMAIL.COM
sito web: WWW.SANTIMARCELLINOEPIETRO.IT

CATACOMBE DEI SANTI MARCELLINO E PIETRO

Le catacombe, dedicate ai santi Marcellino e Pietro, hanno conservato per lungo tempo le salme dei due martiri.

CENNI STORICI.

Si deve ritornare ai tempi di Diocleziano per conoscere la storia della vita dei due martiri. San Marcellino e San Pietro furono uccisi per volere dell’imperatore Diocleziano nel 304 d.C.. Essi furono decapitati a Roma dove, prima di essere uccisi, vennero obbligati a scavare con le proprie mani la loro tomba. Il luogo del terribile martirio dei due Santi era conosciuto come Selva Nera e dopo la loro morte fu ribattezzato Silva Candida, oggi località sulla Via Cornelia. Fu merito di una matrona romana, conosciuta come Lucilla, che le salme dei due martiri vennero portate sulla Via Casilina, presso la località ad Duas Lauros. Con la traslazione dei santi corpi il cimitero cristiano, già preesistente, fu dedicato alla memoria dei due martiri. 

DOVE SI TROVANO: IL SITO.

Le catacombe dei Santi Marcellino e Pietro sono collocate sulla via Casilina al numero civico 641. Per accedere alle catacombe bisogna entrare all’interno dello spazio esterno della parrocchia dei Santi Marcellino e Pietro ad Duas Lauros. Attraverso un ingresso esterno situato nel cortile della parrocchia dei Santi Marcellino e Pietro si accede nelle catacombe.

CARATTERISTICHE.

Le catacombe si estendono per una superficie di 18.000 mq. Si presume che solo nel III secolo in quest’area furono sepolte circa 15.000 persone. Nelle catacombe è possibile vedere reperti storici come lastre tombali che coprivano i loculi. Sulle lapidi marmoree sono ancora riconoscibili i segni adoperati dai primi cristiani per indicare il loro credo. L’immagine della colomba con il ramoscello d’ulivo, il monogramma di Cristo, l’Araba fenice e la figura dell’orante sono ben visibili e testimoniano la certa speranza della resurrezione dopo la morte e la fede in Dio.